Qual'è il metodo più efficace per smettere di fumare?
Gli inviti a interrompere la cattiva abitudine del fumo si sono moltiplicati nel corso degli anni se pensiamo ai mitici anni '70 quando ancora era possibile trovare dense nubi sollevarsi dalle poltrone degli spettatori paganti di un cinema affollato. Cose che ormai quasi appartengono ad un altro mondo o per lo meno in Italia ad un'altra generazione.
Eppure con tante limitazioni e il costo sempre crescente della tassazione sulle sigarette, le bionde sono diventate oltre ad una dipendenza psico-fisica più o meno consapevole anche uno status symbol per molti giovanissimi.
Tuttavia arriva il momento quasi per tutti i fumatori di voler mettere in discussione quell'aerosol fatale che respirano tutti i giorni con una certa frequenza. Magari grazie al consiglio di un Medico che dedicato loro qualche parola in più durante la visita.
Fino ad oggi secondo quanto riportato su "Annals of Internal Medicine", un prestigioso giornale internazionale di ricerca medica, non era chiaro se alcune persone sarebbero state facilitate dal ridurre progressivamente il numero di sigarette fumate piuttosto che interrompere bruscamente. Per fare più luce su questo aspetto, i ricercatori hanno reclutato 697 adulti fumatori dividendoli casualmente in 2 gruppi. Mentre da una parte si fumava come ciminiere fino alla data prefissata di cessazione improvvisa dall'altra si riducevano gradualmente le sigarette fumate nell'arco di 2 settimane. Tutti i partecipanti ricevettero prima e dopo la cessazione cerotti di nicotina per ridurre la loro urgenza di accendersene una. Logicamente furono seguiti nel loro percorso anche dopo data di interruzione confrontando i sintomi trai due gruppi. I momenti di verifica furono fissati a 4 settimane ed a 6 mesi di astensione e fu così evidente che un maggior numero di persone smise completamente nel gruppo ad interruzione istantanea del tipo "on/off". Non ci furono grandi differenze riguardo al desiderio di fumare tra i due gruppi. Unico limite dello studio è stata l'impossibilità di lavorare in cieco ovvero di non sapendo quali fossero i pazienti assegnati ad uno dei due gruppi per evitare che i risultati potessero essere teoricamente influenzati.
In conclusione, vorrei consigliare di provare a smettere di fumare dopo aver consultato un medico che vi possa dedicare il supporto necessario anche per verificare insieme i risultati e studiare il quadro generale degli altri fattori di rischio per la salute modificabili, ma soprattutto per raccogliere insieme la sfida di spegnerle tutte per sempre in un solo istante.
Gli inviti a interrompere la cattiva abitudine del fumo si sono moltiplicati nel corso degli anni se pensiamo ai mitici anni '70 quando ancora era possibile trovare dense nubi sollevarsi dalle poltrone degli spettatori paganti di un cinema affollato. Cose che ormai quasi appartengono ad un altro mondo o per lo meno in Italia ad un'altra generazione.
Eppure con tante limitazioni e il costo sempre crescente della tassazione sulle sigarette, le bionde sono diventate oltre ad una dipendenza psico-fisica più o meno consapevole anche uno status symbol per molti giovanissimi.
Tuttavia arriva il momento quasi per tutti i fumatori di voler mettere in discussione quell'aerosol fatale che respirano tutti i giorni con una certa frequenza. Magari grazie al consiglio di un Medico che dedicato loro qualche parola in più durante la visita.
Fino ad oggi secondo quanto riportato su "Annals of Internal Medicine", un prestigioso giornale internazionale di ricerca medica, non era chiaro se alcune persone sarebbero state facilitate dal ridurre progressivamente il numero di sigarette fumate piuttosto che interrompere bruscamente. Per fare più luce su questo aspetto, i ricercatori hanno reclutato 697 adulti fumatori dividendoli casualmente in 2 gruppi. Mentre da una parte si fumava come ciminiere fino alla data prefissata di cessazione improvvisa dall'altra si riducevano gradualmente le sigarette fumate nell'arco di 2 settimane. Tutti i partecipanti ricevettero prima e dopo la cessazione cerotti di nicotina per ridurre la loro urgenza di accendersene una. Logicamente furono seguiti nel loro percorso anche dopo data di interruzione confrontando i sintomi trai due gruppi. I momenti di verifica furono fissati a 4 settimane ed a 6 mesi di astensione e fu così evidente che un maggior numero di persone smise completamente nel gruppo ad interruzione istantanea del tipo "on/off". Non ci furono grandi differenze riguardo al desiderio di fumare tra i due gruppi. Unico limite dello studio è stata l'impossibilità di lavorare in cieco ovvero di non sapendo quali fossero i pazienti assegnati ad uno dei due gruppi per evitare che i risultati potessero essere teoricamente influenzati.
In conclusione, vorrei consigliare di provare a smettere di fumare dopo aver consultato un medico che vi possa dedicare il supporto necessario anche per verificare insieme i risultati e studiare il quadro generale degli altri fattori di rischio per la salute modificabili, ma soprattutto per raccogliere insieme la sfida di spegnerle tutte per sempre in un solo istante.