Grazie alla gentile donazione della Signora Paola, lo studio medico si arricchisce di verde del "Pothos" per allietare i nostri cuori e rinfrescare le nostre menti.
L’origine del nome comune “Pothos" è misteriosa. L'ipotesi più probabile è che questa espressione derivi dal vocabolo "potha“, utilizzato dagli abitanti dello Sri Lanka per riferirsi genericamente a piante ancora ignote.
Analogamente, il nome scientifico "Scindapsus" ha una derivazione incerta e sembrerebbe derivare dal termine greco antico "Skindapsos", che significa "non meglio identificato". Entrambe le etimologie indicano la difficile identificazione di questa pianta, che è pertanto considerata come una specie aliena di rara bellezza.
Tuttavia, si narra che le prime radici della pianta si sarebbero diffuse proprio dalle foreste tropicale dello Sri Lanka (l'antica isola di Ceylon). "Pothos" potrebbe quindi essere proprio un'antica parola indigena.
Secondo i principi del Feng Shui, un'antica pratica cinese che si fonda sull'armonizzazione dell'ambiente per favorire il benessere e l'equilibrio attraverso il flusso dell'energia vitale, posizionare il "Photos" su mensole o negli angoli ombreggiati della stanza assorbe energie stagnanti e negative.
Il motivo per cui il Pothos è anche nota come pianta del benessere è per via dei presunti effetti benefici ambientali e psicologici. Evidenze scientifiche a supporto dei benefici di questa pianta arrivano da ricerche condotte da università internazionali e dal Center for Health and the Environment di Harvard, che confermano un incremento della produttività che può variare dal 15% al 30% dopo l'introduzione di piante negli spazi lavorativi con un design biofilo. Oltre a migliorare la qualità dell’aria, specie come Sanseveria, Pothos e Ficus sono capaci di eliminare fino al 70% di sostanze nocive quali formaldeide e benzene. Queste piante agiscono come un filtro naturale 24 ore su 24. Dal punto di vista psicologico, l’interazione con il verde riduce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) del 37%, migliora la qualità del sonno per il 60% degli impiegati, aumenta la creatività del 45% e rafforza il senso di appartenenza all’azienda del 23%. Analoghi risultati sono emersi dagli studi dell’Università di Hyogo in Giappone fornendo ulteriore supporto scientifico alla scelta di inserire le piante non solo con funzione decorativa ma come un vero e proprio strumento di benessere psicofisico.
L’origine del nome comune “Pothos" è misteriosa. L'ipotesi più probabile è che questa espressione derivi dal vocabolo "potha“, utilizzato dagli abitanti dello Sri Lanka per riferirsi genericamente a piante ancora ignote.
Analogamente, il nome scientifico "Scindapsus" ha una derivazione incerta e sembrerebbe derivare dal termine greco antico "Skindapsos", che significa "non meglio identificato". Entrambe le etimologie indicano la difficile identificazione di questa pianta, che è pertanto considerata come una specie aliena di rara bellezza.
Tuttavia, si narra che le prime radici della pianta si sarebbero diffuse proprio dalle foreste tropicale dello Sri Lanka (l'antica isola di Ceylon). "Pothos" potrebbe quindi essere proprio un'antica parola indigena.
Secondo i principi del Feng Shui, un'antica pratica cinese che si fonda sull'armonizzazione dell'ambiente per favorire il benessere e l'equilibrio attraverso il flusso dell'energia vitale, posizionare il "Photos" su mensole o negli angoli ombreggiati della stanza assorbe energie stagnanti e negative.
Il motivo per cui il Pothos è anche nota come pianta del benessere è per via dei presunti effetti benefici ambientali e psicologici. Evidenze scientifiche a supporto dei benefici di questa pianta arrivano da ricerche condotte da università internazionali e dal Center for Health and the Environment di Harvard, che confermano un incremento della produttività che può variare dal 15% al 30% dopo l'introduzione di piante negli spazi lavorativi con un design biofilo. Oltre a migliorare la qualità dell’aria, specie come Sanseveria, Pothos e Ficus sono capaci di eliminare fino al 70% di sostanze nocive quali formaldeide e benzene. Queste piante agiscono come un filtro naturale 24 ore su 24. Dal punto di vista psicologico, l’interazione con il verde riduce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) del 37%, migliora la qualità del sonno per il 60% degli impiegati, aumenta la creatività del 45% e rafforza il senso di appartenenza all’azienda del 23%. Analoghi risultati sono emersi dagli studi dell’Università di Hyogo in Giappone fornendo ulteriore supporto scientifico alla scelta di inserire le piante non solo con funzione decorativa ma come un vero e proprio strumento di benessere psicofisico.
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