La morte di Papa Francesco è una grande perdita per l’umanità. Abbiamo perso una guida etica mentre corrono tempi difficili in cui la sua parola era un faro nel buio. Con il suo carisma Francesco ha iniziato la missione di curare una società malata e come ogni buon medico è stato al fianco di chi soffre.
Al medico di Medicina Generale, a me che ho avuto l'onore di incontrarlo, lascia l’insegnamento della sua Chiesa capace di accogliere, di curare le ferite delle persone, di essere sempre in prima linea, là dove serve, vicino a chi ha bisogno.
Non ha mai smesso di invocare la pace, di appellarsi per il rispetto dei diritti umani e la tutela dell'ambiente con determinazione e speranza.
Papa Francesco definì i medici come "i santi della porta accanto" pronti in ogni momento ad accogliere, a farsi carico dei problemi, a curare chi soffre. Il suo apprezzamento per il lavoro dei medici ci è stato di conforto. Ci ha aiutato a trovare le forze per affrontare il gravosi impegni professionali. Per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, ha voluto unirsi a noi in Piazza San Pietro subito dopo le sue dimissioni ospedaliere.
Così facendo è stato testimone del miracoloso successo del prendersi cura delle persone anche quando non si può vincere la malattia: la vera missione dei medici.